… MORIRE A 20 ANNI
Il mistero della morte è al centro della nostra attenzione. Sempre. Ogni volta che apri un giornale, ogni volta che accendi la tv, persino l’anas ti scrive per strada quanti incidenti mortali quest’anno … e tu inevitabilmente ripensi alle tue persone care che sono morte tempo fa o magari a quella vita giovane stroncata improvvisamente e non ti dai pace. La mente si affolla con i perché! Lo stomaco si stringe per la rabbia con cui reagisci all’ingiustizia di questo vivere cosi enigmatico … e frustrato chiudi l’argomento perché per l’ennesima volta non trovi risposte.
Nella poltrona comoda, in un ambiente silenzioso l’uomo T. a tal proposito ha chiuso gli occhi e si è immerso nel proprio mondo interiore offrendoci una storia dolce, sconvolgente e illuminante allo stesso tempo… :
“Vedo una ragazza – giovane donna che vive in una casa piccola lontano dal villaggio, ha un vestito a fiori ed è scalza. Una volta cade una lampada ad olio e incendia la paglia in casa, la casa prende il fuoco , si brucia da dentro – io spengo il fuoco ma lei non c’è più, Mi manca molto. Me ne devo andare da quel posto per non pensarla.
Prima vado al mercato, poi viaggio tanto. Divento saggio, vecchio e forte. C’è la fila di gente che vuole parlare con me. Mi portano il riso e altro cibo da mangiare. Anche le stoffe. Una volta uno mi porta la stoffa a fiori come il vestito della giovane donna. Sorrido. Non sono più triste.
Muoio addormentandomi, come se fossi molto più grande, forte e sereno. Molto sereno. Però adesso non posso più parlare con queste persone perché devo andare. Mi dispiace. Sono uscito da quel corpo vecchio tranquillamente. Non è doloroso. Sento solo un po’ le braccia pesanti. E’ lunghissima la fila di gente che vedo dall’alto, loro non vogliono che io muoia, tutti piangono, sono tantissimi, non è colpa mia, mi dispiace. Mi volto, c’è una scala in cielo, in cima alla scala vedo una porta, è il cielo stesso che fa le pieghe a forma di scala, è bello ma io devo aiutare queste persone, che faccio adesso? Vado verso la scala, metto il piede sul primo gradino, piede destro, però mi giro e guardo ancora il mio corpo di schiena. allora non vado via, qualcuno piange, e io sorrido, scusate ma io devo andare, non so se voglio salire la scala, ma devo salire, ma loro hanno ancora bisogno. Li devo lasciare. Guardo ancora i villaggi e le coline … ma io devo andare. Inizio a salire. Salgo 11 gradini, la porta è chiusa, non voglio aprirla, non posso lasciare loro, la porta si apre ma non fa rumore, c’è la luce come quella della porta prima, ma prima si scendeva, invece ora sono salito, la porta si chiude dietro di me, la porta e la scala spariscono dietro di me. Sono nella luce calda. Sto bene. Sto bene!
Ora sono un bambino con i capelli neri in un ospedale. Ci sono tanti neonati che piangono. Hmm tanta gente piangeva alla mia morte e ora piangono alla mia nascita. Vedo un grembiule, fiocco, vedo chiaramente le immagini, sono in un film di guerra in bianco e nero, vedo le case e le strade, le auto anni 40. Sono tedesco. Muoio a 20 anni: un giorno una macchina sta per investire una bambina. E’ una macchina nera e grande. So che la macchina non si fermerebbe mai!!! La salvo. Io muoio. La bambina ha il vestito a fiori … Ora sono apposto … Vado via … ”