COSA HO FATTO DI MALE NELLE MIE VITE PRECEDENTI PER MERITARMI TUTTO QUESTO?

Questa è una testimonianza di giovane Gaia che frastornata si chiede il motivo per cui viene lasciata dai fidanzati nel momento più bello della loro storia. La modalità non la immobilizza, desidera tanto di uscirne e va alla ricerca nel proprio passato:

 

                                   La regressione è il momento prezioso di solitudine                                                                                           che non ti concedi quasi mai                                                                                                  ma nel quale capisci che                                                                                     non è mai colpa solo degli altri.

 

“Mia mamma muore subito dopo la mia nascita in una stanza tutta di pietra e mio padre, servo del palazzo, mi lascia crescere al re. Il re di Spagna. Mi fa diventare il suo braccio destro..

Ora ho 12 anni e vedo giacere il re con una serva. Lei però cerca di sottrarsi, il re la picchia fino ad ucciderla. Sono scioccato, non me ne capacito, conosco bene la serva, è stata lei ad accudirmi. Non posso fare nulla per lei, piango in silenzio ma il re se ne accorge e mi picchia con un vaso lasciandomi una cicatrice sulla fronte. Da quel giorno il re mi inculca il suo unico insegnamento per il quale il potere è l’unica cosa giusta. Divento quindi cattivo anche io. Ho il mio cavallo marrone e sono obbligato ad uccidere chiunque commette un crimine.

Adesso sono un uomo giovane e forte, con un vestito nero con al centro uno stemma dorato che raffigura un leone, indosso un’armatura e degli stivali neri. Ho ucciso una madre con sua bambina. È stato un ordine al quale non mi sono potuto sottrarre. La donna aveva fame e ha rubato del pane. È stata giustiziata con la morte. Sono capo dell’esercito del re e la gente del luogo mi teme. Cosi come temono il re che è molto cattivo. Mi aveva cresciuto lui dicendomi che un giorno avremmo comandato insieme.

C’è una donna nel paese che mi piace. Lei non è nobile e io non posso stare con lei. Il nostro è un amore clandestino. Un giorno però veniamo scoperti e il re finge che lei ha commesso un crimine per incolparla e condannarla a morte. Il re dice che è per il mio bene. L’accusano di stregoneria e la ghigliottinano davanti a me. Penso tra me e me che la sua morte non me la perdonerò mai. Mi chiudono in prigione. Cerco di scappare due volte. La prima volta mi prendono, mi riportano in carcere, mi torturano ma io non soffro perché la vita senza di lei non mi interessa. Mi sento colpevole della sua morte. Si chiamava Rosalinda. È stata uccisa perché io non ero attento. La seconda volta che cerco di scappare, mi chiudono in una cella con le mani incatenate. Sono sporco e magro. Nella cella di fronte a me c’è un uomo che sta morendo ma a me non mi tocca più. Un giorno mi vengono a prendere dicendo che la mia punizione non è finita perché c’è una guerra e io per punizione devo andare a combattere. Non ho più il mio cavallo, devo andare a piedi insieme ai semplici soldati portandomi i viveri sulle spalle. Sono molto debole e fatico a camminare. Ci fanno un’imboscata e uccidono molte persone. Anche l’uomo sul cavallo davanti a me. Salgo velocemente sul cavalo e scappo. Riesco così a salvarmi.

Raggiungo il Portogallo. Sono in un paese vicino all’oceano. Vivo in una casa con la vista all’oceano. Faccio il fabbro. Vivo da solo. Ora sono molto vecchio con la barba bianca e lunga e anche dei capelli bianchi e lunghi. Ho 84 anni. Mi addormento a terra. Non sono triste per la mia morte. Non fa male. Vedo solo buio come se stessi aspettando di vivere di nuovo. Sono una luce che aspetta al buio. Aspetto per molto tempo perché la mia anima è ferita e io non voglio fare gli stessi errori nella nuova vita. In questo buio si apre la porta. La prima volta decido di non andare. Anche la seconda volta che si apre la porta decido di non entrare perché sento ancora la paura. Passa molto tempo e la stessa porta si apre davanti a me. Questa volta decido di entrare. Vedo mia madre e mi sento al sicuro. Sto bene. Voglio nascere una femmina perché tutto quello che ho fatto devo ora subire anche io. Le donne non si meritano di essere violentate e uccise. Io ero artefice. Ora capisco essendo donna cosa significa. Mi dovrò perdonare e ritrovare pace.”

2 commenti su “COSA HO FATTO DI MALE NELLE MIE VITE PRECEDENTI PER MERITARMI TUTTO QUESTO?”

  1. Questa storia mi lasciata turbata ed amareggiata per tutta la cattiveria gratuita che l’essere umano, malgrado il passare dei secoli, nn riesce a scrollarsi di dosso.

  2. Mi sento anche io affranta di tanto dolore ..e mi domando quanto si può essere insensibile al maltrattamento verso le persone .. quanto questo Re abbia subito nella sua infanzia per non sentire Amore verso gli altri…. mi sento di essere lì, e vedo intorno a me tutto il dolore …la paura, ma anche le risate delle persone. . .. Tutto ciò ti fa riflettere .. la nostra vita attuale la viviamo in funzione delle nostre esperienze. Ma nella quotidianità sentiamo una mancanza al quale non riesci a dare una risposta, e ti senti di capire di indagare su te stessa perché senti il richiamo di doverlo fare di doverlo sapere… e così arriva quel momento così tanto atteso. Ma
    ..inconsciamente e arrivato..!! Allora capisci che è il tuo momento .💖 di fare le domande ..??? Di andare Oltre..💟💗.

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