Tutti gli articoli di Katerina Kratka

LA PAURA

Questo breve articolo non vuole né sminuire né sottovalutare né essere esaustivo sull’argomento della paura che ci affligge da marzo 2020! Esso è scaturito da una raccolta di osservazioni e profondi scambi quotidiani con tutti voi! In ciascun profilo si sono evidenziate delle differenze sostanziali nel modo di porsi di fronte a questa nuova e straordinaria condizione sociale-sanitaria-economica! I comportamenti e le reazioni osservati difronte a questa nuova condizione della realtà, confermano ancora una volta la validità del metodo Ottoprofili, pur considerando la singolarità, là specificità e la storia personale di ciascuno. La storia di ciascuno Infatti racchiude il conflitto interiore che determina la fragilità e la vulnerabilità della persona a diversi livelli: a livello della salute, a livello relazionale, a livello lavorativo oppure a livello economico ( a te quale conflitto si è evidenziato durante questo periodo? a quale livello hai sofferto: salute, relazioni, lavoro o economia?)Tornando al metodo OttoProfili possiamo notare che sono i Romantici a vivere maggiormente nella paura, son loro in ansia ad aspettare ogni nuovo bollettino sanitario e ad immedesimarsi nelle immagini di sofferenza che sono state le protagoniste assolute. La sensibilità dei Romantici è stata sottoposta a uno stress estremo. I Rigorosi affrontano la paura con la razionalità mentale, osservando le regole che loro stessi hanno stabilito. I Raffinati si occupano principalmente della situazione socio-politica, solitamente la paura “li rimbalza”. Gli Alternativi sono molto impegnati a preservare la salute propria e degli altri, invocano il ritorno alla natura, leggono i segnali dall’universo, dalle stelle o dagli oracoli per poi unirsi nelle preghiere. Gli Sportivi “esorcizzano” la paura lavorando da protagonisti come il personale sanitario in prima linea o impegnati nella organizzazione e gestione della crisi globale , e difficilmente vivono in ansia. Gli Studiosi, anch’essi raramente in ansia o preda al panico, sono impegnati a studiare questo periodo da diversi punti di vista: scientifico, sociologico, antropologico, storico, politico, economico, ecc. I Non convenzionali vivono notoriamente tra le righe per cui non sono toccati dalla paura affatto, è il loro momento per vivere per conto loro. E gli Stravaganti? Tutta la primavera in down totale, forse ora stanno uscendo un pochino. Hanno sofferto terribilmente la chiusura, non essere utili a nessuno. Molti di loro si stanno riprendendo e stanno attivando nuovi modi per tornare sulla scena!!! E meno male!!!! Era ora!!! Ci sono mancati tantissimo!!!Finisco questo breve escursus con una preghiera e un augurio a tutti noi: che la nostra consapevolezza, la nostra cultura, il nostro sapere e la nostra umanità ci portino a unirci a ricostruire una società sana in tutti i sensi!

due domande sulla salute

                                             

Domanda:  ” Ho la sensazione che oggigiorno c’è un aumento notevole delle persone gravemente malate; voglio chiedere il motivo per cui ci sono così tante persone malate e la seconda domanda è cosa possiamo fare per rimanere in buona salute?”

Risposta:   “Ci sono tante persone malate di patologie gravi. Il motivo è perché voi avete troppe informazioni sulle malattie, molte persone parlano spesso e volentieri delle malattie, discutono dei medicinali, spesso si informano sui sintomi delle varie malattie, spesso guardate la tv e seguite altri mezzi di comunicazioni dove spesso viene insinuato che siete in pericolo e che avete bisogno delle cure. Voi che ascoltate queste informazioni, le assorbite e incominciate a preoccuparvi e la vostra paura vi crea la malattia. Ogni paura è distruttiva sia per l’anima che per il corpo.  Ripeto quindi molti di voi si ammalano per paura e la paura crea la malattia.

Un altro motivo di queste patologie è perché non volete bene a voi stessi, non volete bene ai vostri corpi fisici, vi criticate, non vi piace la vostra vita, siete amareggiati, infelici, disperati, vi sentite offesi e tutte queste sensazioni si materializzano nel corpo sotto forma di malattie. Ogni sensazione nominata è il mezzo per fermare il flusso dell’energia vitale, il corpo si indebolisce e diventa vulnerabile fino ad ammalarsi.  Se a questa condizione ci aggiungete costante e continuo martellamento sulle malattie, nasce la malattia.

Smettete di preoccuparvi delle malattie moderne, smettete di allarmarvi perché ogni allarme aumenta il rischio di ammalarvi. Smettete di cercare i film e le serie tv girati negli ospedali che parlano delle malattie, dei malati, della disperazione, del dolore e della morte. Tutto quello che guardate in tv, al cinema o sul pc lo vivete anche voi emotivamente: piangete, tremate, vi disperate, siete empatici con i protagonisti ma il vostro essere non distingue la fiction dalla vostra realtà e reagisce a queste emozioni come se le viveste voi.  

Se volete vivere una vita sana e felice guardate solo quello che volete vivere. Quello che vivete nel vostro mondo immaginario diventa la vostra realtà. Quello che vivete nel vostro mondo interiore innesca una reazione nel mondo che vi circonda. Se riuscite a provare le sensazioni di gioia, felicità e soddisfazione; queste sensazioni si materializzano nel vostro ambiente. Cosi create la vostra realtà. In questo modo potete creare la vostra salute. Se vi immaginate di essere in buona salute, freschi e in ottima condizione, tutto questo diventa la vostra realtà nel modo materiale.

Non disperatevi perché queste mie risposte hanno per voi un valore immenso. Queste informazioni vi possono sostenere nel mantenimento della buona salute, oppure per ripristinare la buona salute.

Sappiate che ognuno di voi è il creatore della buona salute. “

LO SCARABOCCHIO

Per la psicologia, gli scarabocchi sono importanti perché scritti senza coscienza, la mano viene mossa direttamente dall’inconscio e quindi dalla verità ultima.
Se dovessimo fermarci al significato dei vari dizionari, al timore di alcune persone di non saper disegnare e alle interpretazioni psicologiche passa un po’ la voglia di scarabocchiare.
Lo scarabocchio deve essere visto e vissuto come uno strumento di lavoro utile per mettersi in un ascolto attivo durante le riunioni, ne cita un pregio la Republica it del 27.01.2009, che scrive: “Più attenti, concentrati e mnemonici…”.  Lo afferma un esperimento condotto da ricercatori del reparto scienze cognitive del Medical Research Council della Cambridge University: “Scarabocchiare mentre si ascolta aiuta a ricordare i dettagli: dunque l’esatto contrario del diffuso luogo comune secondo cui lo scarabocchio spinge la mente a perdersi nel vuoto…”.
Effettivamente, lo scarabocchio serve a tenere occupato l’emisfero sinistro, quell’emisfero che crea il pensiero razionale, quello che ci fa vagare con la fantasia facendoci perdere alcuni pezzi di discorso.
In un ascolto interpretato dall’emisfero sinistro rischiamo di non sospendere il pensiero di critica/giudizio e quindi ci sarebbe difficile accedere a nuove intuizioni, alternative, che ci aiuterebbero a trovare delle soluzioni diverse, perché secondo la teoria del problem-solving noi dovremmo spostarci verso la ricerca di soluzioni diverse, un nuovo modo di vedere il problema che può solo avvenire tramite l’emisfero destro perché ci porta ad un ascolto attivo e attento ai dettagli.
Per cui se vogliamo evitare che il nostro pensiero ci porti a sognare ad occhi aperti durante una riunione, una lezione o un convegno, scarabocchiare è tutt’altro che controproducente!
E se dovessimo trovarci in un ambito o situazione dove non ci è richiesto di prendere degli appunti, potremmo approfittarne per scarabocchiare in modo artistico, stimolando il rilassamento e lasciandoci andare alla creatività, il doodling o Zentangles non è altro che questo: realizzare pattern di disegnini intrecciati come quelli che facciamo distrattamente sui bordi dei quaderni, ma con alcune tecniche che portano alla realizzazione di piccole o grandi “opere d’arte”.
In un articolo pubblicato sull’Huffington Post IT del 8 gennaio 2016, gli scarabocchi fanno bene alla nostra mente. Per chi scrive, scarabocchiare ha sei benefici sulla nostra attività celebrale

I 6 benefici sono:

  1. Scarabocchiare facilita la concentrazione: secondo una ricerca del 2009 è stato riscontrato che chi scarabocchia durante l’ascolto di una telefonata riesce a captare il 29 per cento delle informazioni in più rispetto a chi prende solo note. L’autrice dello studio, Jackie Andrade, docente di psicologia all’università di Plymouth nel Regno Unito, insieme ad alcuni colleghi ha ipotizzato che l’ascolto e lo scarabocchio si combinino in modo perfetto. Scarabocchiando si attivano le risorse esecutive del nostro cervello rendendoci multi-tasking e questo migliora la concentrazione.
  2. Scarabocchiare aiuta a memorizzare: una giornalista californiana, Thyn Ahn Vo, ha raccontato all’Huffington Post U.S. che scarabocchiare mentre si trova nella riunione di lavoro l’aiuta a cogliere più dettagli del contesto, rispetto a quello che possono dare le semplici note scritte.
  3. Lo scarabocchio ci aiuta a focalizzarci sull’ascolto: per la professoressa di filosofia Jesse Prinz, scarabocchiare aiuta le persone a mantenere uno stato di ascolto puro. “Fare scarabocchi realizza il perfetto equilibrio fra ascoltare troppo e ascoltare troppo poco. Se non lo faccio, ho difficoltà a concentrarmi. Sono giunta alla conclusione che il doodling mi rende recettiva”. Ha dichiarato all’Huffington Post U.S.
  4. Scarabocchiare stimola la creatività: questi disegnini sono una forma d’arte, personalmente il disegnare mi ha sempre bloccato, ma ora con la pratica dello scarabocchio mi sono liberato e ho potuto frequentare un piccolo corso di pittura intuitiva.
  5. Lo scarabocchio aiuta ad essere più aperti e recettivi alle nuove idee proprie e degli altri. Se si è scarabocchiato durante una riunione, quando viene chiesta la nostra opinione si è più pronti a darla, ed è più facile trovare una soluzione ai problemi. Per esperienza personale, quando scarabocchio in riunione mi trovo in una situazione di lucidità mentale simile a quella che si crea dopo una meditazione.
  6. Lo scarabocchio ci aiuta a bloccare il ruminio mentale: si usa come rilassamento, perché l’attenzione riposta sul disegnare delle linnee ripetute, quieta la produzione di pensieri nocivi all’ascolto attivo e di conseguenza apre le porte all’emisfero destro dove risiede la creatività e la quiete.

    Cosa sono gli scarabocchi? Possono includere di tutto; nomi, fiori, righe, firme, quadretti ripetuti in continuazione. Tutto quello che nasce in quel momento e che ci aiuta a bloccare i pensieri.
    È interessante rilevare come alcune persone fuori dal comune, abbiano utilizzato la tecnica dello scarabocchio in modo inconsapevole o consapevole. Nell’articolo apparso sul bergamopost.it vengono citate alcune di queste persone, che sono:
    Maryam Mirzakhani, la prima donna ad avere ricevuto, nel 2014, la medaglia Fields, il più prestigioso dei riconoscimenti (l’equivalente del Nobel) per l’eccellenza in matematica, Leonardo, Balzac, Beethoven, John Fitzgerald Kennedy, Ronald Reagan, Vladimir Nabokov e tanti altri.



Il ricordo da recuperare di Katerina Kratka

È un libro sulla regressione ipnotica e non, come risposta alle esigenze fisiche, affettive, mentali e spirituali; per crescere; come autoterapia; per capire che tutto puoi dimenticare ma mai un ricordo e di come ti condiziona la vita; la regressione per l’incontro con noi stessi, per la gioia di vivere, per l’eternità.

È un libro autobiografico in quanto racconta l’esperienza personale e la motivazione che portò l’autrice alla conoscenza della regressione, affronta due temi in modo schietto e libero: la morte ed il divorzio.

È un libro emozionante in quanto pieno di storie sugli argomenti che tratta la regressione: la nascita, il talento, le relazioni, la salute psico-fisica, l’amore e l’evoluzione.

È un libro tecnico-scientifico in quanto nell’appendice numero 1 tratta la tecnica della Regressione abreactiva profonda.

È un libro storico-filosofico in quanto nell’appendice numero 2 c’è un escursus a tema della reincarnazione scritto da dott.Pietro Tranfaglia.

La copertina è a cura della designer Rebecca Russo.

 

 

lo trovi su Amazon

www.katerinakratka.org

OTTOPROFILI JUNIOR

OTTOPROFILI JUNIOR

è uno studio approfondito, dedicato ai bambini, ragazzi e giovani, dove viene applicato il metodo di OTTOPROFILI (libro pubblicato nel 2017 disponibile su StreetLib e Amazon).

La differenziazione dei vari profili, viene spiegata in base a dei criteri innovativi, originali, non prevedibili e non-convenzionali, cominciando da aspetto fisico, aspetto attitudinale, aspetto caratteriale e comportamentale, fino alla realizzazione di ciascun talento. Questi criteri sono stati ereditati dall’antica filosofia cinese che con il suo riscontro di 5000 anni in svariate discipline, pone delle basi incredibili alla comprensione profonda dell’essere umano.

Ogni profilo viene raccontato in modo dettagliato, inserito nel suo habitat confortevole e arricchito da una storia vera, che dà la possibilità al genitore e all’insegnante di verificare le caratteristiche del profilo nella realtà della vita quotidiana.

La prefazione è scritta dal prof. dott. Antonio Popolizio – psicologo, psicoterapeuta, fondatore e presedente del centro Orion Cenpis Roma, premiato nel 2017 con il Leone D’oro alla Carriera.

Nel libro vi è inserita un’intervista al Maestro Umberto (classe 1926), che racconta della scuola italiana all’indomani della seconda guerra mondiale, con contenuti molto significativi quale testimonianza del verificarsi del talento di ogni bambino se lo si lascia esprimere nel modo paziente e lungimirante. Nell’intervista viene evidenziato come, grazie alla sua spiccata sensibilità ed attenzione, il Maestro sapeva leggere il talento dei suoi alunni. All’epoca tutti gli insegnanti validi come il Maestro Umberto, hanno formato gli uomini e donne che hanno ricostruito l’Italia nel dopo guerra e hanno reso l’Italia una potenza mondiale. Oggi più che mai, tornare ad ascoltare l’esperienza degli insegnanti come Maestro Umberto è di grande utilità ed attualità.

L’ultimo capitolo è dedicato al Maestro dei Maestri, così viene chiamato, Jan Amos Komensky, il pedagogo, educatore, scrittore, teologo e filosofo che visse tra il 1592 e 1670 in Boemia i cui insegnamenti sono tuttora validi e ricchi di ispirazione per gli insegnanti di oggi.

L’aspirazione del libro e la sfida per tutti, genitori, insegnanti ed educatori, è quella di “vincere con i nostri giovani”, prepararli alla loro vita adulta con degli strumenti pratici e concreti che possano rispecchiare i valori personali!

La lettura di questo libro è suggerita anche ai genitori di figli grandi perché:  non è mai troppo tardi per capire tuo figlio!

L’autrice è mamma di quattro figli e nel testo descrive la sua passione non solo come psicologa ma anche come genitore.

Il libro Ottoprofili Junior lo trovi su Amazon e nelle librerie on line.

SINDROME DA STRESS POST-TRAUMATICO

Uno degli effetti più disastrosi di una calamità naturale è quello a carico della nostra psiche. Sindrome da stress post traumatico, depressione, ansia, accompagnati da forti emozioni negative quali rabbia, senso di colpa, frustrazione, senso di impotenza. Veder passare su una barella improvvisata i cadaveri dei figli dei tuoi amici e delle persone a te care, aspettare sotto le macerie che qualcuno ti tiri fuori, farsi largo tra sassi e polvere nella speranza di trovare vive le persone amate, attendere una telefonata in cui si viene, purtroppo, informati della morte dei propri cari. Ecco, tutto questo e molto altro ancora segnano indelebilmente le esistenze dei sopravvissuti,  che, oltre a dover trovare il modo di ricostruirsi una vita e un nuovo modo per sbarcare il lunario, si trovano a dover fare i conti con un fortissimo shock e la sofferenza legata alla scomparsa di vite umane. Vedere F.B. che in una carriola porta i cadaveri di una tua cara amica e sua madre mentre esclama ” Non avrei mai pensato di portare via i miei amici morti con una carriola”. Sentire A.C. esclamare al cimitero davanti alla tomba di figlio, nuora e nipoti “Ci dovevo stare io qui, non voi!”. Aspettare ore, anche giorni in alcuni casi, che i congiunti, familiari, parenti, amici, vengano estratti dalle macerie. Un esperienza cosi drammatica non può non portare con sé uno stato di profonda sofferenza, un bagaglio pesante.
Nelle tende allestite dalla protezione civile durante i mesi successivi al 24 agosto 2016 erano presenti psicologi inviati dalla Regione Lazio, ma cambiavano molto spesso, essendo inviati in missione e, smontate le tende, anche il loro lavoro è terminato. È così spettato a ciascuno di noi terremotati farsi carico , in caso di necessità, di cercare e pagare uno psicoterapeuta e medici cui ricorrere , assillati da disturbi insopportabili, come insonnia, incubi, inappetenza, pensieri suicidi, senso di colpa.
“In qualità di naturopata e psicologa negli anni mi sono capitati molte persone che avevano subito dei terremoti – da Irpinia, Romagna, Veneto, Aquila fino ad Amatrice ” – dice la Dr.ssa Katerina  Kratka, psicologa di Roma-  “Lo stress psico- fisico della terra che trema porta allo squilibrio di ogni aspetto della vita di ciascuno. La distonia neuro-vegetativa porta al sonno non ristoratore e profondo, all’inappetenza e altri problemi digestivi, il mal di testa, la difficoltà a concentrarsi, la difficoltà di riprendere la guida della propria auto  ecc. Un altra questione è quella di riorganizzare la propria vita: coloro che prima del sisma vivevano una vita soddisfacente e avevano una buona grinta per affrontare qualunque difficoltà , dopo il sisma hanno cercato di rimboccarsi le maniche per ripristinare l’equilibrio precedente. Quella condizione prima del sisma era per loro un punto di riferimento, mentre coloro che prima del sisma vivevano nei disagi della precarietà sicuramente hanno vissuto la ricostruzione con molta più fatica. La storia che mi ha colpito maggiormente è la storia di una donna molto giovanile e molto grintosa di Amatrice, che aveva perso il marito e tantissimi amici, oltre che la casa. Dopo il quarto sisma ha deciso di  prendere il suo unico affetto rimasto (il cane ) e cercare il rifugio dai genitori in un piccolo centro in provincia di Roma.
Anche nel suo caso, i suoi disagi fisici e un lavoro non retribuito adeguatamente non avevano creato una solidità su cui appoggiarsi dopo la tragedia. Senza lavoro, senza casa e senza salute questa donna coraggiosa ha ricominciato da zero.
E da zero con un aiuto pressoché ridicolo da parte dello stato, ogni giorno alle prese con una burocrazia assurda, poco a poco è riuscita a ritrovare  se stessa.
Ha ricominciato ad alimentarsi regolarmente, l’esercizio fisico è stato di fondamentale aiuto . Il sonno, l’udito fortemente peggiorato ed il sorriso sereno sono ancora da ritrovare ma sono sicura che grazie alla sua determinazione ce la farà”.
La Dr. ssa Maria Santa Lorenzini, psicologa di Roma e Pres. Arcat Regione Lazio, ha creato un progetto di sostegno psicologico post sisma in Amatrice.
“L’esperienza nasce oltre che dalla professione ( sono una psicoterapeuta di Roma) dal vissuto personale  famigliare che ci ha visto coinvolti nel sisma dal 24 agosto 2016 ( a Castelluccio) al 30 ottobre 2016 a Norcia. Abbiamo svolto tantissimi colloqui di sostegno psicologico in via informale. Questo ci ha portato a proporre un progetto con sede in Amatrice, ma rivolto a tutto il cratere, che sarebbe stato finanziato da quel momento dalla nazionale terremotati, un progetto che prevedeva 10 incontri, un.supporto psicologico quindi.” La dottoressa infatti mi contatto’  per essere messa in contatto coi servizi sociali di Amatrice prima e un associazione dopo, con la disponibilità di un container come luogo per gli incontri. ” Non siamo poi riusciti a realizzarlo, in quanto le persone di Amatrice in quel periodo non riuscivano a partecipare, chiusi in una profonda depressione. Stiamo  parlando del periodo relativo  a settembre ,ottobre ,novembre 2018 arrivando fino a dopo gennaio 2019″ – due anni dopo il sisma, un periodo in cui ciascuno di noi ha dovuto provvedere autonomamente ai propri problemi psicologici.
“Questo significa che la loro depressione e il loro  sconforto è in realtà andato oltre l’aspetto psicologico, quindi stanno diventando vere e proprie patologie.
Immobilismo istituzionale, passerelle senza nulla di fatto, il senso di presa in giro e di impotenza che coglie le persone della Comunità aumentano frustrazione e depressione con esito nefasto per tante vite.
Vedere ruspe, cantieri, impossibilità di tornare a lavorare.                        L ‘ attivismo da parte delle istituzioni aiuterebbe tantissimo da un punto di vista psicologico le famiglie  a non mollare . Mentre i giovani possono comunque pensare di andare via ( anche se non è una buona cosa lasciare la propria terra e le persone del posto non vogliono farlo ), gli anziani si lasciano addirittura morire .Le categorie più fragili purtroppo non hanno nessuna capacità in questo stato di riemergere. Hanno bisogno di speranza, ma tangibile ,concreta, tipica delle persone abitanti di montagne abituati a essere lavoratori concreti. A quasi tre anni dal sisma  tutto è fermo e alienante.
Il terremoto ci ha tolto tante vite ,le case, i beni materiali, ma la burocrazia e la politica stanno togliendo la vita!”
Un percorso riabilitativo, che non è un progetto a scadenza, ma un cammino lungo,  richiede tempo e soldi, ed anche la nostra riabilitazione post sisma è sulle spalle di noi terremotati. È giusto cosi? Nel frattempo che chi di dovere mediti, continuiamo da soli questo percorso.
Emanuela Pandolfi
 

 

RECLUTAMENTO IN SANITA’ SECONDO GLI OTTOPROFILI

 

Il metodo OTTOPROFILI, applicato alla gestione delle risorse umane, consente di cogliere, da una attenta osservazione dei particolari e dei dettagli personali, il profilo psicologico, il talento, i ruoli professionali maturati, delle persone incontrate durante i colloqui di reclutamento.

L’articolo che Vi proponiamo evidenzia l’applicazione del Metodo OTTOPROFILI in otto colloqui per conto di un istituto sanitario, per individuare ruolo ed il livello di responsabilità dei candidati.

Per questi incontri non è stato richiesto alcun curriculum, nessun test, nessuna presentazione, l’unico requisito chiesto:

       presentarsi al colloquio con il look di un giorno qualunque.

 Il metodo di OTTOPROFILI suggerisce un’attenta osservazione dei molti particolari che parlano chiaramente del profilo psicologico di ciascun pretendente, del suo talento e della professione che ha maturato.

Nel primo incontro si nota immediatamente, una signora che entra nella stanza visibilmente impacciata, con gli occhioni grandi, viso dolce e sguardo emozionato, ti dà la mano morbida, umida e tremolante, con un corpo tondeggiante, abiti semplici e indossa le ballerine. Sai benissimo che questa donna sarà una candidata alla mansione di infermiera, segretaria, portantina, addetta alle pulizie.

Nel secondo colloquio, con l’aria severa dietro gli occhiali fini ma squadrati, con un trucco leggero e femminile, c’è una donna che Ti si avvicina dandoti la mano fine ma decisa, noti gli anelli di valore e le unghie curate, osservi la sua capigliatura raccolta, nel suo sguardo leggi la responsabilità, non puoi che rimanere affascinato dal suo foulard ben messo su un tailleur blu scuro, le sue caviglie fini e tanto femminili che vanno a finire nel decoltè con tacco di 4 centimetri. Tutto è così simmetrico e armonioso e tu sai che hai di fronte a te la candidata per caposala, coordinatrice responsabile di reparto o responsabile della mensa.

Nel terzo meeting, rimani rapito dal sorriso, ma che sorriso! Dalla presenza espansiva di quest’altra persona. Senza una parola intuisci una voce sicura di sé, appare uno ambizioso e determinato. La stretta di mano è reverenziale e la sua mano curata come del resto tutto il suo essere. Nulla fuori posto, la sua cravatta, il suo doppio petto pare essere cucito su misura, noti dei gemelli di manifattura preziosa, lo sguardo scende verso le scarpe di cuoio fine e appena lucidate. La presenza di quest’uomo riempie la stanza, il suo carisma sprizza da ogni poro anche senza parlare e tu non hai dubbi di avere a che fare con un nuovo direttore sanitario o un primario.

Nel quarto, Ti si avvicina una donna con i capelli lunghissimi, il suo colore grigio naturale è in armonia con il suo viso senza trucco, pieno di rughe che danno l’impressione di bontà e saggezza. Un po’ schiva ma non timida. Una postura fiera ma non troppo disponibile al dialogo. Gli abiti lunghi e morbidi senza alcun accenno alla sensualità che si potrebbe nascondere sotto. Le scarpe di cuoio parlano chiaramente che hai a che fare con un soggetto adatto alla pet-therapy, insegnante di meditazione o yoga che ormai fanno parte della società occidentale e che apportano grandi benefici ai pazienti grandi e piccini.

E poi arriva lui: uomo di media statura, longilineo, testa piccola, viso squadrato, capelli corti, sguardo vivace e attento, tutto d’un pezzo, hai l’impressione di un’energia rapida e pronta, indossa un abito spezzato, la camicia bianca sbottonata, una cintura sportiva molto marcata e le scarpe di ottima qualità di stile sportivo. Avverti la tonicità e sai bene che di fronte hai un chirurgo di pronto soccorso e che il rendimento di questa persona sarà oltre la media.

Il prossimo candidato si presenta al contrario dell’altro: con molta calma senza guardarti negli occhi. Gli occhiali con le lenti da miope non possono però nascondere uno sguardo profondo. Avverti subito la sensazione di affidabilità, di un’immensa pazienza. I capelli, il suo volto, i suoi abiti come se fossero tutti dello stesso colore. Capisci che quest’uomo fa di tutto per essere invisibile. In mano tiene la sua cartella di cui non si può mai separare, è un pezzo della sua vita, chissà quante ricerche contiene. Nulla è vistoso su di lui eppure sai di avere a che fare con una grande personalità. La personalità che farà per noi le ricerche/ gli studi/ insegnerà ai futuri medici.

Ci sono ultime due persone da reclutare: la penultima entra sbattendo la porta, la sedia su cui si siede lontano dalla tua scrivania per avere molto spazio vitale fa tanto rumore ma non ci bada. Ti scruta con lo sguardo inquieto e molto maschile. Nessun sorriso di circostanza, quasi scocciato. Come orientarsi con una persona vestita tutta di nero con evidente disinvoltura? Un velo di mistero avvolge questo essere inquieto e spigoloso e tu sospetti di avere a che fare con un’intelligenza fuori dal comune. Questa persona sconvolgerà lo stato attuale dell’ospedale da livello organizzativo a livello scientifico. C’è bisogna di riorganizzare l’istituto? Hai trovato la persona giusta. C’è bisogna di incentivare la ricerca scientifica? Hai di fronte a te il candidato perfetto.

Arriva l’ultima persona. È una donna di media statura, compatta e tonica. Arriva divertita e allegra. I capelli cortissimi, il trucco forte, i jeans strappati sulle ginocchia, una giacchetta coloratissima, le scarpe con il tacco vertiginoso. E a te viene voglia di mettere su quel bel visetto un naso da clown – eh sì! Questa sarà la sua mansione – la clown-terapia. Quanti bambini passeranno meglio la loro degenza in ospedale? A quante persone allevierà la paura che vige negli ospedali? Quanti pazienti combatteranno la famigerata noia che porta alla depressione?

Il lavoro sta per terminare. Non resta che presentare tutti e dare la giusta considerazione a tutte le otto figure professionali. Spiegando bene le caratteristiche di ciascun profilo, insegnando a conoscere le differenze tra di loro.

Quelle differenze che possono dare luogo alla critica, giudizio, disprezzo, derisione, umiliazione e quant’altro. Quelle differenze che altrimenti possono creare una conflittualità nella squadra. Quelle differenze che diversamente non favoriscono il clima di collaborazione ai fini lavorativi.

Conoscere il proprio profilo e quello degli altri colleghi permette di acquisire maggiore tolleranza e rispetto  personale e professionale.

La squadra è pronta

e

 gli ottimi risultati sono in arrivo!

 

 

 

LA MASCHERA

 

Il tempo di CARNEVALE! Per indossare gli abiti di qualcun’altro! Per mettersi la maschera di un’altro profilo. Per essere qualcun’altro. Per essere quello che ho sempre desiderato d’essere!
Se lo fai per una giornata, è divertente!
Ma cosa succede se indossi la maschera di un’altro profilo per molto tempo, per una vita intera? Non è più solo un gioco, tutt’altro!
Oggi BUON DIVERTIMENTO💥 a tutti, e da domani riprendiamo a studiare ….. OTTOPROFILI quelli veri ed autentici😍