Che cos’è un matto? …Questa volta ti risponderò senza giri di parole: la follia è l’incapacità di comunicare le tue idee. È come se tu fossi in un paese straniero: vedi tutto, comprendi tutto quello che succede intorno a te, ma sei incapace di spiegarti e di essere aiutata, perché non capisci la lingua.
Paulo Coelho
Indosso degli stracci, anche i piedi sono avvolti negli stracci, sono un maschio, sono povero, faccio il mendicante; ho camminato tanto, vengo scacciato dal mio paese e anche dai miei parenti, dai miei stessi fratelli, loro dicono che sono matto, mio padre mi ha disereditato, mah! E non mi devo fare più vedere.
Appartengo a una famiglia ricca e importante, e un figlio come me è piuttosto scomodo, non ho mai accettato le loro regole nonostante le punizioni che ho ricevuto. Le punizioni hanno solo peggiorato, non il mio carattere ma le loro frustrazioni. Io penso di essere rimasto sempre uguale, senza regole, libero. Da quando sono nato hanno sempre cercato di inquadrarmi così come hanno fatto con tutti, prigionieri nel proprio ruolo, nel proprio credo, nel proprio nome, nel credo di tutti. La vita in famiglia era scandita dalle regole imposte: la mattina ci si alzava presto, ci si preparava, si faceva tutti colazione e dopo la solita preghiera, si andava a messa tutti i giorni nella cappella di famiglia adiacente alla casa, poi si poteva cominciare la giornata; venivano i precettori a darci le lezioni in casa. Di nuovo si pregava e dopo si pranzava e durante il pranzo si doveva stare seduti, non si poteva parlare, non doveva volare una mosca, prima dovevano finire tutti di mangiare e poi si chiedeva comunque il permesso di alzarsi. Potevamo parlare solo se interrogati e dovevamo dare la risposta che tutti si aspettavano, poi si andava a riposare, e solo dopo si riprendevano gli studi fino all’ora di cena e dopo la preghiera prima del pasto, poi la preghiera prima di andare a letto. E cosi, tutto uguale, giorno dopo giorno, nessuna libertà, nessun gesto d’amore, nessuna gioia, nessun gioco. A me non piaceva quella vita.
Io invece amo togliermi le scarpe e allargare le dita dei piedi e questo mi fa sentire libero. Camminare scalzo sul prato mi fa sentire felice e vivo. E per poter fare questo devo scappare! Non so quanto tempo sto fuori casa, non so quanto tempo sto a bagnarmi nel fiume, a camminare sui ciottoli mentre l’acqua mi scorre tra le gambe. Mi inoltro dentro, mi lascio portare via dalla corrente, è così bello! Tante volte mi è stato detto che non lo devo fare ma è più forte di me, lo faccio sempre nonostante le punizioni continuo a farlo, mi hanno addirittura chiuso in casa ma io sono scappato, così era la mia vita, continuava tra una stravaganza e l’altra – come le chiamavano loro. Finché un giorno mi hanno cacciato dicendo che sono grande, che non mi devo più avvicinare alla casa. Quando mi incontrano per strada mi insultano, si vergognano di me, qualcuno dice che mia sorella non riesce a trovare marito per colpa mia, che un elemento come me in famiglia è scandaloso e vergognoso.
Adesso vivo per strada, dormo sotto le stelle, faccio il barbone, non ho bisogno di cibo, non ho proprio bisogno di niente, qualche anima pietosa mi dà da mangiare e io ringrazio. Cammino e poi riposo dove e quando voglio. Vedo un masso liscio e mi ci sdraio sopra. Vedo un po’ di ombra e mi ci riposo. Vedo l’acqua e mi ci bagno. Vedo il sole e mi ci scaldo. E la pioggia !!! Quanto è bella! Apro la bocca per sentire il suo gusto! Ha un sapore tutto suo, un sapore che sa di terra e di stelle! E il vento? Bello il vento! Il vento porta via tutto! Tutti i pensieri! Il vento alza la polvere e gioca! Gioca con la sabbia facendo dei mulinelli che, dispettosi alzano le gonne delle donne trascinandosi dietro le cose della gente e se la ride il vento quando questa stizzita gli corre dietro per recuperarla. Il vento attraversa i vestiti penetrando nelle profondità del corpo rinfrescando persino le ossa e manda via il veleno lì presente! Che bello il vento! E i capelli? Anche i capelli giocano nel vento! Tutto si libera nel vento tutto si muove nel vento! Tutto segue il vento! Il vento è spettacolare!
Che altro c’è di più bello nella vita che godersi la vita? Invece vedo la gente che fugge tutto questo: piove e si chiude in casa, c’è il sole e si ripara, fa freddo e si copre. E poi …. La gente si lamenta di tutto, è scontenta, ma la loro scontentezza è dentro, dentro di loro, dentro la loro anima. La gente è scontenta ma non se lo sa spiegare. Allora dà la colpa al vento, al sole, alla pioggia. Dà la colpa ai dolori qua e là.
Invece a me guardano con pietà: “lo vedete, poverino, ha perso la ragione! Poverino, pensate, i suoi non ne vogliono sapere! E’ pazzo e non c’è niente da fare!”
Al contrario, sono io a provare pena, non per loro ma per le loro anime, perché sono costretti a vivere in questi corpi dove tutto è limitato. Vivono in un paradiso e non lo sanno! Si arrabbiano, litigano e addirittura si uccidono e non sanno cosa significa godere delle cose semplici, godersi il succo dolce di un frutto che ti scorre in gola o la bontà di un frutto appena colto da un albero, cosi fresco e maturo che ti si spacca nelle mani, il suo sapore ti esplode in bocca e tocca i suoi massimi fino al cervello quasi a farti perdere i sensi mentre il cuore accelera i suoi battiti e le tempie prendono a battere per partecipare con gioia a tanto piacere. Io ringrazio chi mi ha dato questo nettare divino! La natura? Dio? Chi sia sia, è meraviglioso! E cosi vivo! Niente altro! Io non sento caldo, non sento nemmeno freddo, non ho bisogno di nulla. Se fa freddo ci sono persone che mi portano delle coperte, ma Il mio corpo si adegua, vivo nella natura e mi adeguo ai suoi umori. Tutto qua.
So che la natura mi ama e io amo lei. Lei mi dà tutto quello di cui ho davvero bisogno, vivo così. Certe volte i bambini mi deridono ma mi fanno sorridere perché sono degli spiriti liberi! Per ora! Non è me che devono deridere ma alle loro caricature! Ognuno di loro diventerà ciò che qualcuno vorrà fare di loro! Saranno anche persone intelligenti ma pochi di loro conosceranno l‘amore, la passione, la libertà, ma soprattutto pochi di loro o forse nessuno di loro conoscerà il proprio essere, l’essere più profondo, l’essere libero che è dentro ognuno di noi. Che peccato!
Sono solo ma sono pieno di tutto! Con gli animali ho ottimo rapporto perché la pensiamo allo stesso modo e ci godiamo la vita nello stesso modo. Parlo con i lupi, con le volpi, con gli uccelli, parlo con quegli animali che vivono in libertà, non intendo gli animali che si sono dovuti assoggettare alle regole degli umani. Gli animali liberi mi trattano come uno di loro e forse anche la gente mi tratta come animale, ma io sono orgoglioso di questo, gli animali per me sono dei grandi maestri e le loro anime sono grandi, apprendo molto da loro.
La gente dice che sono sporco ma io mi lavo nei ruscelli, la mia sporcizia è fatta di terra, di polvere e di sudore. Io invece, vedo in loro altra sporcizia. La mia con l’acqua se ne va! La loro a occhio nudo non si vede ma permane e contamina, corrode le anime, assale gli organi vitali, li divora e crea malattie fino alla morte. E questo sporco è fatto di paura, di egoismo, di prepotenza, di rabbia, di odio e di vendetta. Che fare? Niente! Io non posso farci niente. Sono l’ultimo che può dire una parola, perché sono lo scemo del villaggio, quello che quando parla tutti ridono …. ma va bene così!
Domanda:
Rispetto ai tuoi fratelli come sei? Sei forse malato? Ti definisci un malato mentale?
Risposta:
Io non sono malato. Mi definisco libero, gli altri invece mi definiscono malato mentale, neanche malato, solo pazzo, strambo. Io parlo come gli altri, studio tutto quello che studiano gli altri miei fratelli ma faccio tante domande alle quali gli altri non sanno rispondere. Allora mi zittiscono! Secondo loro le mie domande non hanno senso. Perché però si spazientiscono? Non hanno le risposte e non le vogliono nemmeno cercare. Mi rispondono sempre con le stesse cose, cose scontate che sanno tutti, è una ripetizione, ma c’è altro, ed è quello che voglio sapere io, quello che voglio scoprire. Ma per loro sono solo un matto, uno stupido stravagante. Fisicamente sono forse anche più bello degli altri. Muoio a 45 anni, sul mio corpo ci sono i segni del tempo, la natura mi ha dato molto, ma sono come una roccia che esposta ai capricci del tempo ne porta i segni che l’hanno temprata. Ma una roccia è sempre una roccia!
Domanda:
Che altro mi dici rispetto a questa vita?
Risposta:
Ho una voglia infinita di godere la natura. Voglio vivere a modo mio come dico io, se loro mi cacciano io non ho i sensi di colpa, mi sento ancora più libero, perché sono stati loro a cacciarmi e non io a scegliere di andarmene via.
Un giorno mi trovano morto. Non so, anche la morte mi ha colto come un fiore, e io mi sono lasciato cogliere con gioia! Un’altra esperienza da fare! Un altro modo di fare! Un altro modo di vivere e anche lei ha il suo profumo, un profumo indefinito, è un essere, uno stato di essere. Così un giorno mi sono sentito potentissimo e ho visto le cose ancora con più chiarezza, vedevo ciò che succedeva, tutto fuori di me, e vedevo il mio corpo accasciato lì sotto quell’albero, e il passaggio di un contadino che mi ha toccato con un bastone, come se avesse paura di sfiorare il mio corpo per non essere contaminato. E così ho smesso semplicemente di respirare, per lui e per gli altri ero uno senza nome, venuto dal nulla, e andato chissà dove. E io vedo tutto questo. Ero solo lo scemo del villaggio. Che importanza ha il nome quando non sei nessuno per gli altri, quando per gli altri non vuoi essere nessuno. Sono stato figlio di nessuno, perché se sei figlio di qualcuno, qualcuno vuole qualcosa da te, si aspetta qualcosa da te. Il nome ti obbliga a etichette che poi devi rispettare.
Domanda:
Cosa hai imparato?
Risposta:
Vedere in prospettiva gli animi della gente, vedere la loro grandezza ma anche la loro piccolezza che a sua volta non fa vedere la loro grandezza, e questo mi dà dolore. Solo così posso vedere in trasparenza loro, e io posso vedere più chiaramente a distanza, quindi è importante. Che ti può fare un pazzo? E’ una lezione di come stare da solo e capire meglio gli animi degli altri, loro si prendono delle libertà nei miei confronti perché non faccio paura a nessuno e così posso vedere le loro miserie.
E’ tanto importante questa vita a livello evolutivo, ho potuto conoscere le persone, l’amore di chi finge, o chi l’amore non ce l’ha, chi è buono e chi invece odia, vedo tutto in trasparenza, non ci sono veli che possano coprire il vero essere. Per me questa vita è stata importante. Forse ci sarà anche un’utilità per gli altri: i genitori che ho avuto sceglievano per i figli, guidati da una grande paura, ora vedo anche il motivo della loro rigidità. La mamma mi comprendeva ma non poteva fare nulla, quando si è troppo rigidi, si esplode a un certo punto perché l’Energia segue un senso e prima o poi trova una via di fuga. Sono l’ultimo dei figli, l’ultimo venuto perché loro potessero rendersi conto della loro rigidità dovuta alla paura di essere giudicati! Non si può controllare la vita degli altri, significa, ridurre gli altri in schiavitù.
Io ho goduto a pieno questa vita e la morte è stata un’altra esperienza, un’altra avventura, tutto qua. Un giocare! Un assaporare! E cosi assaporo anche la morte che mi fa stare in questo stato di beatitudine, in questo stato di assoluto e indescrivibile Amore!