Una regressione per te, caro Amico Lettore, che sei disposto a vedere l’evoluzione dell’uomo dietro ogni sua esperienza, compresa quella dell’immigrazione.
I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perché.
(Mark Twain)
Vedo una spiaggia. E’ una spiaggia molto bella, caraibica, sabbiosa. Sul mare vedo una nave grande, un veliero ancorato. Io mi trovo sulla spiaggia. Sono scalzo. Sono un uomo. Ho 30 anni o giù di lì. Indosso dei pantaloni fino al polpaccio e una camicia. Siamo venuti a prendere delle mercanzie e degli schiavi. Gli schiavi sono nascosti e aspettano che li facciamo salire sulla nave. Sto spiando che nessuno ci veda. Quest’operazione la facciamo di notte perché il traffico degli schiavi è proibito. Faccio da palo. Vedo arrivare gli schiavi in lontananza, sono incatenati e sono di tutte le età. Sono persone che sono state rapite, altre sono state date dai loro stessi villaggi in cambio della merce e degli oggetti da loro mai visti e ai quali danno un grande valore, noi invece no. C’è tanta sofferenza in loro mentre sono legati perché sanno che non torneranno più dai loro cari e perché non conoscono il loro futuro. Io so invece che saranno venduti ai mercati degli schiavi.
Stiamo quindi aspettando la notte per caricarli sulle scialuppe e portarli sulla nave. Vengono tenuti come gente che non ha diritto alla vita, a nulla, nemmeno all’acqua. Ci sono poco più che bambini che piangono, altri invece ci guardano con odio. Ad altri dobbiamo stare attenti perché loro formulano su di noi delle fatture woodoo. E noi abbiamo molta paura di queste cose e siamo attenti che non lo facciano, questa è la loro unica arma che hanno per difendersi. Alcuni di noi non ci credono ma io credo che sia solo un atteggiamento, che loro fanno finta di non crederci perché le storie se ne raccontano tante. Molti di noi sono crudeli con loro. Se hanno sete gli tirano l’acqua addosso e li disprezzano. Questo a me fa soffrire. Non sapevo che questo galeone potesse fare questi traffici. E’ la prima volta che faccio questo viaggio. E spero anche l’ultimo. E’ un mercantile. Ma io non ne sapevo niente. Serviva la mano d’opera e io ho accettato. Solo che mi sono offerto mentre ero ubriaco. E ora mi trovo qui. Ormai sono il loro complice e devo solo eseguire. Stiamo aspettando la notte perché loro possano essere stipati. Nella stipa c’è vomito, escrementi, puzza. Stanno tutti lì stretti tra loro. Alcuni stanno malissimo durante l’attraversata. Alcuni muoiono e vanno dati in pasto ai pesci senza una preghiera, senza niente, come carogne ingombranti. Addirittura il capitano è infastidito da questo perché quando qualcuno muore, sono soldi che perde. Non si fa nessuno scalo. E’ un viaggio diretto a destinazione – mercato a Cuba. Abbiamo perso un terzo del carico. Gli altri stanno male e quindi non possono essere messi al mercato in queste condizioni. Si farebbero pochi soldi. Li tengono nel capannone, li danno qualcosa da mangiare e da bere. C’è una specie di medico che si occupa di loro, un cerusico, che si intende di queste cose. Dovrei denunciarli ma non ho coraggio. Anche perché mi sono reso complice. Mi immagino al posto loro, alla loro sofferenza, alla loro vita di schiavi, alle frustate che devono sopportare, alle umiliazioni ricevute e mi chiedo a che serve vivere? Anche io penso di fare una vita di schiavo alla mercé dei lavori che non mi gratano, mangiare quelle porcherie per mesi e mesi, per i soldi che ti aiutano solo a sopravvivere mentre loro vivevano in libertà in quei magnifici campi, nelle loro capanne, nelle comunità con i loro riti, in quelle vallate e distese dove l’occhio si perde, dove niente si compra, i frutti si colgono, in questa natura dove tutto è a portata di mano. Invece arriviamo noi a portare loro la nostra cristianità, la civiltà, noi schiavi che facciamo di uomini liberi degli schiavi. Li sottomettiamo attraverso la crudeltà, l’arroganza, la cattiveria. Questo ci fa sentire superiori, meno schiavi. Avere un modello di schiavitù diverso da quello che conduciamo noi ci fa sentire meglio, avere un sottomesso, qualcuno da maltrattare ci fa sentire più importanti, più schiavi hai più aumenta la tua considerazione verso gli altri, diventi importante, perché loro fanno parte delle tue ricchezze, e quindi li compri, li rivendi, fai quello che vuoi, sei padrone assoluto della vita degli altri, puoi decidere della loro vita o della loro morte, e questi ti fa sentire come dio, perché c’è anche un altro concetto di dio, questo signore onnipotente che ha potere di farti vivere o meno, di farti vivere in ricchezza o disgrazia, e perciò tutti vogliono essere come dio, e chiunque vuole avere potere su un altro essere umano, in qualunque ambito, anche solo in famiglia. Perciò quello che non si può comprare si ruba. Si ottiene con stratagemmi, con corruzione. Questo popolo cosi ingenuo che si fa prendere, che ci dà fiducia. Per noi è un popolo sottosviluppato, e quindi deve essere sottomesso, in più è diverso da noi a partire dal colore della pelle. Io sono bianco, sono Irlandese. Dopo questo viaggio non ne voglio fare altri. Se non fossi stato cosi ubriaco non sarei salito su quella nave!
Il medico controlla i genitali, i denti e le orecchie. Non posso farci niente. Mi giro di spalle come se volessi lasciarmi tutto questo alle spalle. Come se questa cosa non mi riguardasse. Ma io mi sento colpevole di aver bevuto e di avere perso il controllo, e di essere oggi qui. Nella mia coscienza mi sento molto più schiavo io di loro. Attraverso i nostri vizi perdiamo la nostra libertà. I furbi sanno come escarti dandoti quello che vuoi. A me hanno dato il vino e ho perso la ragione e mi sono svegliato nel posto che non conoscevo, con la gente che non conoscevo. Ora mi posso chiedere quanto voglio cosa ci sto a fare qui perché ci sto e basta. Non ricordo nulla. Mi mancano dei pezzi della mia vita. Ho perduto il tempo perché non ero presente. Poteva passare un’ora, un mese o un anno – sarebbe la stessa cosa. Siamo tutti schiavi ma impiegati nei modi diversi ma al servizio di un unico padrone. Chiunque si sente padrone ha un altro padrone. Mi chiedo chi è questo unico padrone che comanda veramente? E lui di chi è schiavo? Chi è vero padrone? Denaro? E se fosse cosi, in mano di chi sta?
Il medico dice che un paio di giorni e si rimetteranno. Vorrei andarmene ma non posso. L’isola è quella che è. Allora procedo verso qualche osteria dove si beve. Per ubriacarmi. Aspettando che questa vita sia più breve possibile. Ma io dovrei essere lucido per il viaggio di ritorno. Altrimenti cado in mare. Devo assecondare gli ordini per non perdere la vita. Ma appena posso mi ubriaco. E poi qualche donna … questa è la mia vita. Ritorno sulla nave. Continuo a viaggiare, un paese vale l’altro purché ci sia un’osteria con l’alcool e donne. Seguo il lavoro e gli amici. Voglio tornare in Irlanda non appena avrò abbastanza denaro. Non arrivo mai a mettere qualcosa da parte perché lo spendo tra un viaggio e l’altro nelle osterie e per le donne. Cerco con il vino di togliermi di addosso la sofferenza che vedo. Sogno di tornare in Irlanda e stabilirmi lì con qualcuno che condivide la vita con me ma questo rimane solo un sogno. Prendo una malattia venerea – la sifilide. Mi ammalo. Mi scanzano. Non mi danno più neanche il lavoro. La mia pelle fa schifo. Qualche volta ho sprazzi di pazzia. Qualcuno mi prende a botte per farmi calmare. Sono inutile. Ma continuo a bere. Mi buttano come uno straccio. Non so cosa mi manda dall’altro mondo – se la sifilide o la cirrosi epatica. Finisco cosi in un paese nordico – in Inghilterra, come uno schiavo nella speranza di concludere qualcosa. Invece non ho concluso niente. Tutto si è consumato in niente. Ho schiavizzato io che ero uno schiavo! E’ finita finalmente. Apparentemente una vita senza senso perché l’ho sprecata a bere e a stordirmi. Una vita sprecata. Mi chiedo se anche altri schiavi come me si sentivano in questo modo? Questo bisogno di schiavizzare gli altri forse viene dal bisogno di rubare la libertà agli altri? Forse è più facile che lavorare per la propria libertà?
Sms : La vita è preziosa. Ognuno di noi è prezioso. L’amore per se stessi deve essere al primo posto. Non dobbiamo mai abbandonare la dignità. Ognuno si sente schiavo per come vive. Se fossi stata lucida avrei fatto altre scelte.
E’ LA CONSAPEVOLEZZA CHE CI SALVA!